
L’articolo Everything changes but nothing changes: gender stereotypes in the Italian population offre una visione recente della diffusione degli stereotipi di genere in Italia tra le persone di almeno 15 anni. Utilizza il metodo statistico dell’Analisi delle componenti principali per individuare gli stereotipi maggiormente diffusi e per verificare se i pregiudizi siano egualmente condivisi tra maschi e femmine Di seguito è riportata una sintesi dello studio e il link all’articolo originale.
Gli stereotipi di genere sono convinzioni diffuse e culturalmente condivise che riguardano le caratteristiche attribuite a uomini e donne, in particolare il diverso ruolo che ricoprono all’interno della società. Tali pregiudizi e luoghi comuni vengono interiorizzati in giovane età e influenzano ogni ambito della vita di un individuo: interessi, educazione, lavoro, comportamenti e relazioni. Possono sembrare innocui, come l’opinione diffusa che “Le donne sono più sensibili degli uomini” o più determinanti, come l’idea che “Stirare è un’attività per donne”. Entrambi sono dannosi in quanto creano delle aspettative su quelli che sono gli atteggiamenti e le responsabilità socialmente attribuite a ciascun genere.
In particolare, riflettono un modello di donna, tipico della cultura italiana, che prevede una figura responsabile della cura dei figli e della casa. Non aderire a questo archetipo può suscitare critiche esterne e sensi di colpa interiori e può avere un impatto significativo sulla salute mentale femminile, andando quindi a minare un diritto fondamentale, cioè quello alla salute.
Lo studio qui discusso offre un punto di vista estremamente attuale in quanto si basa su dati raccolti tra ottobre 2022 e febbrario 2023 tramite un questionario online in cui, oltre a rilevare una serie di caratteristiche demografiche, veniva chiesto ai soggetti di esprimere quanto si fosse d’accordo con 56 affermazioni legate a stereotipi di genere. In particolare, le domande proposte erano relative a 6 categorie: giochi, lavoro, tratti caratteriali, attività in casa e in famiglia, sport e giudizi morali. Per valutare le opinioni dei soggetti è stato utilizzato un sistema di valutazione di Likert a 6 livelli, ovvero per ogni affermazione i rispondenti avevano a disposizione sei possibili risposte da cui scegliere, tra le quali ad esempio “pienamente d’accordo”, “abbastanza d’accordo” e “fortemente in disaccordo”.
L’analisi è stata condotta stratificando i dati per età, genere e livello di istruzione. Questo approccio prevede la suddivisione dei dati in base a specifiche caratteristiche, come il genere, e l’analisi separata dei risultati per ciascun gruppo, al fine di identificare eventuali differenze tra le categorie considerate.
Per ciascuna delle 6 categorie, gli stereotipi maggiormente diffusi sono stati individuati mediante analisi delle componenti principali (PCA), un metodo utile quando si ha a che fare con dati caratterizzati da molte variabili, cioè da molte caratteristiche. Permette di trovare delle combinazioni delle variabili, chiamate componenti principali, che fungono da riassunti delle informazioni originali. In questo modo, invece di lavorare con tutte le variabili, si lavora con un numero ridotto di “oggetti”, facilitando l’analisi. Un ulteriore vantaggio di questa tecnica è che permette di capire quali siano le variabili originali più importanti per ogni componente principale; in questo contesto permette di determinare quali sono i principali stereotipi in ogni ambito considerato.
Considerando il genere, si ottiene che ci sono dei pregiudizi condivisi da entrambi i gruppi di individui, ad esempio l’idea che “giocare con le bambole sia da femmine”, mentre ci sono degli stereotipi che caratterizzano i due insiemi separatamente. In particolare, le differenze principali tra maschi e femmine sono quelle che riguardano gli ambiti “carattere”, “lavoro” e “sport”. Più in generale, dall’analisi stratificata è emerso come, non solo il genere, ma anche le altre caratteristiche demografiche influenzano la maggior parte delle risposte.
Combinando insieme l’analisi stratificata per genere e il metodo della PCA è stato possibile individuare gli stereotipi maggiormente diffusi tra i due gruppi di individui e verificare l’effetto del genere sulle convinzioni e i pregiudizi ancora oggi largamente presenti.
Articolo di riferimento: Carvalho Silva, R., Vezzoli, M., Menesello, V. et al. Everything changes but nothing changes: gender stereotypes in the Italian population. Arch Womens Ment Health 27, 537–545 (2024). https://doi.org/10.1007/s00737-024-01437-1