
L’articolo Marriage patterns and the gender gap in labor force participation: Evidence from Italy indaga come possibile determinante del Gender Participation Gap (GPG) la proporzione di unioni endogame, cioè di matrimoni interni alla comunità, con l’ipotesi che questi agiscano rinforzando gli stereotipi di genere e riducendo la probabilità di divorzio. L’endogamia viene valutata a livello municipale tramite una misura dell’omogeneità dei cognomi dei residenti e viene posta in relazione con il GPG adattando un modello 2SLS-LATE. Di seguito è riportata una sintesi della ricerca e il link all’articolo originale.
Il termine Gender Participation Gap (GPG) si riferisce al divario di genere nel tasso di partecipazione al lavoro, misurato tramite la differenza tra il tasso di uomini e donne di età tra i 15 e i 64 anni che lavorano o sono in cerca di occupazione. Tale fenomeno non è omogeneo in tutta la penisola e caratterizza soprattutto alcune province del Meridione, in cui si registrano bassi tassi di partecipazione femminile al lavoro. La decisione delle donne di non lavorare è spesso influenzata da norme sociali e da un modello familiare tradizionale, in cui il ruolo femminile è strettamente associato alla cura dei figli e della casa.
L’articolo proposto cerca di spiegare il Gender Participation Gap indagandone una possibile determinante: l’endogamia, definita come il matrimonio tra due individui che appartengono allo stesso gruppo sociale, cioè che vivono spazialmente vicini e condividono un background di tradizioni, costumi e convinzioni. Vengono ipotizzati due meccanismi mediante cui l’endogamia può accrescere il divario di genere nel tasso di partecipazione al lavoro: da un lato, aumentando l’isolamento della comunità, rafforza le tradizionali norme sociali e il ruolo associato alle donne; dall’altro, riducendo la probabilità di divorzio, limita l’esigenza per le donne di cercare un lavoro in previsione di una possibile separazione. Si è osservato infatti che le unioni endogame sono caratterizzate da un minor tasso di divorzio, probabilmente a causa dello stigma sociale legato allo scioglimento del matrimonio. Per misurare l’intensità dei matrimoni endogami, lo studio ricorre ad una misura della diversità dei cognomi dei residenti sulla base dell’idea che, in un municipio in cui i residenti si sposano prevalentemente tra di loro, la variabilità dei cognomi sia più bassa.
Viene definito un modello 2SLS-LATE, che combina il metodo dei minimi quadrati a due stadi con il concetto di Local Average Treatment Effect; il metodo 2SLS introduce una variabile strumentale (o strumento), cioè una variabile incorrelata con la variabile dipendente, il gender participation gap e correlata con la variabile indipendente, l’endogamia. In questo studio lo strumento è il grado di asperità del territorio di ogni municipio in quanto si assume che maggiore è l’asperità del territorio, maggiore è la difficoltà di attraversarlo. L’idea è che questa caratteristica del territorio incentivi il numero di matrimoni interni alla comunità. Dato che l’asperità del terreno influenza in maniera diretta l’attività economica, vengono inserite delle variabili di controllo a livello municipale, ad esempio la connessione stradale.
L’analisi statistica conferma che i municipi con una percentuale maggiore di unioni endogame sono caratterizzati da un più marcato divario di genere in ambito lavorativo. Per verificare che il risultato ottenuto sia robusto viene effettuata un’analisi su sotto-campioni, adattando il modello in 3 sottogruppi di municipi corrispondenti alle province del Nord, del Centro e del Sud. Attraverso questi controlli è stato verificato che la relazione tra endogamia e Gender Participation Gap non riguarda solo piccoli villaggi e aree montuose ma anche città più grandi e a basse altitudini.
L’analisi ha evidenziato l’esistenza di una relazione tra l’endogamia e il divario di genere nella partecipazione al lavoro, che può essere spiegata dai meccanismi attraverso cui l’endogamia influisce, ovvero il rafforzamento delle norme sociali tradizionali e la riduzione della probabilità di divorzio. L’evidenza del suo impatto negativo sulla partecipazione femminile al lavoro e sulla persistenza di certe norme sociali suggerisce la necessità di valutare misure volte a promuovere un cambiamento.
Autore: Giovanni Righetto
Rivista: Labour Economics Volume 82, June 2023, 102359