
L’articolo Girls’ hidden penalty: analysis of gender inequality in child mortality with data from 195 countries indaga la relazione tra la disuguaglianza di genere e la ripartizione per sesso di mortalità infantile sotto ai 5 anni per 195 paesi nel mondo. Utilizza modelli di regressione lineari per valutare l’effetto della disuguaglianza di genere e di caratteristiche sociali e biologiche sulla probabilità di morire prima di compiere i cinque anni di età per maschi e femmine. Di seguito è riportata una sintesi della ricerca e il link all’articolo originale.
Studi precedenti hanno dimostrato come la disuguaglianza di genere sia associata a maggiori tassi di mortalità infantile. Per spieare questa relazione sono state avanzate diverse ipotesi, tra cui la circoncisione femminile e l’infanticidio, lo scarso peso alla nascita dovuto alla malnutrizione della madre e la violenza domestica che espone i bambini a potenziali esiti fatali in fase perinatale. Alcuni di questi meccanismi potrebbero avere un impatto maggiore sulle bambine rispetto ai bambini.
Lo studio indaga i tassi di mortalità specifici per sesso per capire se e quanto la disuguaglianza di genere sia associata con la disparità di genere nella mortalità, in termini quindi di chance di sopravvivenza delle bambine rispetto ai bambini. L’iniquità dovuta al genere viene misurata dal Gender Inequality Index (GII), che combina l’informazione riguardante tre aspetti dello sviluppo umano: salute riproduttiva, empowerment politico e stato economico. Varia tra 0 e 1 e valori più alti indicano una maggiore disparità.
Le variabili rilevate rappresentano la probabilità di morire prima di compiere i cinque anni di età, rispetto a 1000 nati vivi, calcolata separatamente per maschi e femmine (MCMR e FCMR) sui dati Unicef del 2015. A partire da questi due tassi ne viene calcolato il rapporto M:F, che indica quanti maschi muoiono per ogni femmina nello stesso periodo di vita, restituendo l’indicatore U5MSR. Se questo valore è superiore a 1, la mortalità dei bambini è superiore a quella delle bambine.
In condizioni normali, le neonate e le bambine tendono ad avere un vantaggio in termini di sopravvivenza rispetto ai maschi della stessa età. Di conseguenza, un rapporto M:F superiore a 1 non è di per sé sufficiente per affermare che le femmine non subiscano svantaggi. È possibile che le femmine abbiano tassi di mortalità inferiori rispetto ai maschi, ma comunque superiori a quanto ci si aspetterebbe, considerando il loro vantaggio genetico e biologico in termini di sopravvivenza. Per ogni paese, viene analizzata anche la mortalità femminile eccessiva sotto i cinque anni di età, calcolata come la differenza tra i tassi di mortalità femminili attesi e quelli effettivamente osservati nello stesso anno.
Vengono utilizzati modelli di regressione lineare per valutare l’effetto del GII e di caratteristiche sociali e biologiche su MCMR, FCMR, U5MSR e sulla mortalità femminile eccessiva. Vengono inserite nel modello anche interazioni tra l’iniquità di genere e le caratteristiche economiche dei paesi. I risultati mostrano che, a livello globale, la disuguaglianza di genere è associata ad un aumento della mortalità dei bambini e che le bambine ne sembrano soffrire maggiormente, infatti maggiore è il valore di GII in un paese, maggiore è l’eccesso di mortalità femminile sotto ai cinque anni. Questo risultato emerge soprattutto nei paesi a reddito più basso e nelle nazioni a reddito medio-alto.
La disuguaglianza di genere sembra quindi negare il vantaggio di sopravvivenza biologico delle bambine rispetto ai maschi. Le femmine sono associate ad un maggior rischio di morire a causa del limitato accesso a risorse che promuovono la salute e di una maggiore esposizione a rischi per la salute. Il divario di genere potrebbe inoltre contribuire a differenze tra i due generi nei tassi di mortalità infantile attraverso l’impatto che ha sulla madre, infatti alle madri di figlie femmine viene spesso dato meno valore rispetto a quelle che aspettano un maschio e questo può tradursi in una maggiore esposizione a diversi fattori di rischio, come malnutrizione e violenza.
È importante considerare che potrebbero esistere differenze tra paesi nella registrazione della mortalità infantile e nella frequenza con cui questa viene documentata. Numerosi studi evidenziano lacune nei dati, in particolare riguardo alle morti femminili in alcune nazioni a basso reddito, dove molte famiglie tendono a non riportarle.
Società caratterizzate da maggiori disuguaglianze di genere penalizzano maggiormente le ragazze in termini di sopravvivenza, un fenomeno particolarmente evidente nei paesi a basso e medio reddito. Per ridurre i tassi di mortalità infantile e l’eccesso di mortalità tra le bambine, è essenziale che le politiche globali adottino una prospettiva di genere trasversale. Questo approccio dovrebbe estendersi non solo alla salute di genere, ma anche ad ambiti chiave come l’empowerment politico femminile, l’accesso all’istruzione e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
Iqbal N, Gkiouleka A, Milner A, et al. Girls’hidden penalty: analysis of gender inequality in child mortality with data from 195 countries. BMJ Glob Health 2018;3:e001028. doi:10.1136/ bmjgh-2018-001028